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Il manifesto programmatico con cui AWI ha deciso di presentare pubblicamente i propri principi e obiettivi è da considerarsi strumento esclusivamente politico. Tale manifesto è infatti un’emanazione diretta dello spirito di urgenza che sta alla base della formazione spontanea del gruppo e costituisce il miglior modo per veicolarla in diversi contesti pubblici come, ad esempio, il corteo virtuale indetto in occasione del Primo Maggio Cittadino di Torino del 2020, in occasione del quale è stata annunciata per la prima volta pubblicamente la fondazione di AWI. Le possibilità di realizzarsi professionalmente nel settore dell’arte contemporanea sono spesso direttamente proporzionali al capitale di cui si può disporre in partenza. Abbiamo scelto di utilizzare il termine “elitario” anziché “classista” perché il capitale che costituisce il vantaggio originario può essere anche di natura sociale o culturale. Il rimando all’esperienza storica dell’Art Workers Coalition (1969) non ha motivato la scelta del nome in prima battuta, ma fa sicuramente parte dei riferimenti culturali condivisi dal gruppo. Abbiamo deciso di applicare la metodologia, poco comune in Italia ma talvolta impiegata in ambiti accademici internazionali, di sostituire la forma neutrale del “maschile inclusivo” con un’alternanza della forma femminile e maschile di professionalità e pronomi, ove fosse impossibile mantenere una forma neutra. Per la concordanza degli aggettivi abbiamo scelto di seguire le “Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana”. Cfr “Il sessismo nella lingua italiana” a cura di Alma Sabatini per la Presidenza del Consiglio dei Ministri e Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità tra uomo e donna, 1987. https://bit.ly/3cVHuCD